mercoledì 4 luglio 2007

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Le memorie e gli amanti di Grisélidis Réal, pasionaria del sesso a pagamento

Quando morì nel 2005, Paquis, il quartiere a luci rosse di Ginevra era in lutto. Quella notte nessuno esercitò la professione più antica del mondo e anche i protettori ne piansero la scomparsa. I partiti di sinistra proposero di darle sepoltura nel Cimitero dei re in cui Calvino, Jeanne Hesrch e Jorge Luis Borges riposano. Grisélidis Réal si è battuta per oltre quarant’anni a favore dello sdoganamento della prostituzione, per conferirle la dignità di mestiere, coraggiosa avversaria di chi voleva schiavizzare le donne con l’arma del ricatto.
“Carnet di ballo di una cortigiana” (Castelvecchi, 110 pagine, 7 euro) raccoglie le sue memorie di professionista dell’amore, i profili dei suoi amanti, clienti occasionali e abituali. Li disegna con poche parole, alcune dedicate all’aspetto fisico, altre alle pratiche preferite per concludere con il costo della prestazione. Una lista asciutta di uomini stile “sbirro intelligente in borghese” o “bravo bambino”, clienti dall’aria di “intellettuale di provincia”, dipendenti della Coca Cola e garagisti spagnoli tutti accomunati dal sesso a pagamento, habitué di cui lei conosce le preferenze.Risulta che gli uomini desiderino sesso orale e penetrazione anale, mentre con Grisélidis vogliono fare “all’amore” nel modo più tradizionale. Réal era sì conosciuta per le sue doti amatorie, ma ben più per le sue battaglie di liberazione. Negli anni Settanta, quando in Francia scoppiò la Rivoluzione delle prostitute, occupò insieme ad altre mestieranti la chiesa di San Bernard a Parigi per palesare il loro insostituibile ruolo sociale. Per lei, che iniziò il mestiere per necessità in Germania negli anni Sessanta, prostituirsi è una rivoluzione, un “corpo a corpo senza volto, dove siamo al tempo stesso trascese e negate”.
Dice che gli uomini vedono e pagano il suo Doppio, perché la sua vera Identità è “sepolta in fondo”, tanto da non essere trovata. Una vera prostituta che consapevole del proprio valore sociale non cede allo sfruttamento e alle droghe è merce rara, spesso condannata dalla morale di una società che ha bisogno tanto di servirsene quanto di rinchiuderla nel ghetto degli intoccabili. Rèal era divenuta la portavoce delle meretrici di tutto il mondo, ha fondato a Ginevra Aspasie, l’associazione per sostenere le prostitute contro lo sfruttamento e il Centro Internazionale di Documentazione sulla prostituzione (CIDP).

Un messaggio contro lo sfruttamento, contro l’ipocrisia che brama per tenere sotto i riflettori il capro espiatorio della vergogna sociale. Dal precariato alla prostituzione, il testamento di Réal è rivolto a tutte le scelte soggiogate dalla prepotenza violenta che impedisce la vera emancipazione dell’uomo, ben oltre il significato di “morale”.

Eleonora Bianchini.

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